Khalida Popal, nata a Kabul nel 1987, è una delle figure più coraggiose e influenti del calcio femminile internazionale. La sua importanza non risiede solo nei risultati ottenuti in campo, ma soprattutto nel ruolo che ha avuto come simbolo di emancipazione e resistenza in un Paese dove alle donne veniva negato il diritto di giocare.
In un contesto segnato da guerre, estremismo religioso e discriminazioni, Khalida fu tra le fondatrici della nazionale femminile di calcio dell’Afghanistan, diventandone capitana. Il suo sogno non era soltanto calciare un pallone, ma dimostrare che le donne avevano il diritto di esistere anche nello sport e nello spazio pubblico, sfidando tabù e pregiudizi radicati.
Le minacce e l’esilio
Il suo impegno la rese presto un bersaglio. In Afghanistan, le ragazze che giocavano a calcio erano viste come una provocazione ai valori tradizionali, e Popal ricevette minacce di morte sia da estremisti che da settori conservatori della società. Per proteggere la propria vita, fu costretta a lasciare il Paese e a rifugiarsi in Europa, stabilendosi in Danimarca.
Nonostante l’esilio forzato, Khalida non abbandonò mai la sua missione: continuò a lavorare per dare alle ragazze afghane l’opportunità di praticare sport, fondando programmi educativi e di sostegno psicologico.
L’attivismo e il sostegno alle atlete afghane
Dall’Europa, Khalida Popal è diventata una delle voci più forti in difesa dei diritti delle donne nello sport. Ha collaborato con organizzazioni internazionali e ONG, utilizzando il calcio come strumento di empowerment e inclusione.
Il momento più drammatico della sua attività è arrivato nel 2021, con il ritorno al potere dei talebani in Afghanistan. Temendo rappresaglie contro le calciatrici, Khalida si è impegnata personalmente nell’evacuazione delle atlete della nazionale femminile, coordinando reti di aiuti e contatti internazionali per metterle in salvo.
Questo gesto ha ribadito la sua immagine di leader non solo sportiva, ma anche civile, capace di agire concretamente per salvare vite umane.
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La carriera sportiva
Come giocatrice, Khalida Popal ha rappresentato la nazionale afghana nei suoi primi anni di vita, contribuendo alla crescita del movimento femminile nel Paese. Anche se la sua carriera da calciatrice fu breve a causa delle persecuzioni, il suo ruolo in campo ha avuto un valore simbolico enorme: incarnava la resistenza di un’intera generazione di ragazze che volevano uscire dall’ombra.
Dopo l’esilio, ha continuato a giocare in contesti locali in Europa, ma soprattutto ha scelto di mettere la propria esperienza al servizio delle nuove generazioni, diventando allenatrice, consulente e organizzatrice di progetti di calcio femminile.
L’eredità di Khalida Popal
La storia di Khalida Popal dimostra come lo sport possa essere molto più di un gioco: può diventare un atto politico, una forma di resistenza e un mezzo di liberazione. La sua voce e le sue azioni hanno aperto strade che sembravano impossibili in Afghanistan, e il suo coraggio ha permesso a tante ragazze di credere in un futuro diverso.
Oggi Khalida è considerata un’ambasciatrice globale per i diritti delle donne nello sport, un modello che insegna come la passione e la determinazione possano trasformarsi in strumenti di cambiamento sociale. La sua eredità non è fatta solo di gol o partite giocate, ma di vite cambiate e speranze accese.