Ferdinando Valletti
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Nel mondo dello sport, la parola “giusti” non indica soltanto chi eccelle per talento o chi conquista trofei, ma chi dimostra integrità, coraggio e altruismo in ogni gesto. I giusti dello sport sono atleti, allenatori o dirigenti che, pur trovandosi spesso sotto i riflettori, scelgono di anteporre l’etica, il rispetto e la solidarietà al mero risultato sul campo.
Il loro valore non si misura solo nei secondi di una gara o nei punti di una classifica, ma in azioni che spesso restano lontane dalle prime pagine. Parliamo di chi si rifiuta di vincere con l’inganno, di chi denuncia ingiustizie pur sapendo che potrebbe pagarne le conseguenze, di chi mette al primo posto il bene degli altri.
L’importanza dell’esempio
Lo sport ha un potere unico: quello di influenzare le persone. Per questo, quando un atleta compie un gesto giusto, il suo messaggio può arrivare lontano. Un salvataggio in mare, un aiuto a un avversario in difficoltà, un impegno concreto per la comunità: sono azioni che restano impresse nella memoria collettiva.
La figura del giusto nello sport rompe il mito del campione come semplice vincitore. Insegna che la vera grandezza si manifesta nei momenti in cui il risultato passa in secondo piano e prevale la dignità umana.
Alcuni esempi emblematici
Ci sono storie che hanno lasciato il segno. Jesse Owens, vincitore di quattro ori olimpici a Berlino 1936, sfidò non solo avversari ma anche l’ideologia razzista del nazismo, dimostrando che il talento non conosce barriere di colore o provenienza.
Paolo Maldini, bandiera del calcio italiano, è ricordato non solo per le doti tecniche ma per la correttezza in campo, con pochissime espulsioni in un’intera carriera. E ancora, Alex Zanardi, che dopo un grave incidente ha trasformato la propria esperienza in un esempio di resilienza e sostegno a chi affronta difficoltà.
Sono nomi noti, ma per ogni campione famoso esistono centinaia di “giusti silenziosi” che operano lontano dai riflettori: allenatori di periferia che educano prima alla vita e poi alla competizione, volontari che organizzano eventi sportivi per ragazzi in situazioni difficili, arbitri che mantengono equilibrio anche nelle situazioni più tese.
Un’eredità che va custodita
I giusti dello sport ci ricordano che ogni disciplina, dal calcio al nuoto, dalla corsa alla pallavolo, può essere una scuola di vita. Lo sport non è soltanto una sfida fisica, ma una palestra di valori.
Raccontare le storie di questi uomini e donne significa preservare un’eredità morale che può ispirare nuove generazioni di atleti e tifosi. In un’epoca in cui scandali e comportamenti scorretti rischiano di oscurare il vero spirito sportivo, dare spazio a queste figure è un atto necessario.
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