Costante Girardengo

Costante Girardengo nacque a Novi Ligure il 18 marzo 1893. Figlio di una famiglia modesta, si avvicinò giovanissimo alla bicicletta, intuendo che sarebbe stata il suo mezzo per emergere e costruire un futuro diverso. Fin dai primi anni mostrò qualità fuori dal comune: resistenza, grinta e uno spirito indomito che lo avrebbero reso il primo grande idolo del ciclismo italiano.

La sua carriera professionistica iniziò nel 1912, ma fu interrotta dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, durante la quale venne richiamato alle armi. Una volta terminato il conflitto, Girardengo riprese a correre e divenne presto un simbolo per un Paese che cercava riscatto e speranza.

Il Giro d’Italia e le vittorie su strada

Costante Girardengo vinse due volte il Giro d’Italia (1919 e 1923), affermandosi come dominatore assoluto della corsa rosa negli anni successivi alla guerra. Oltre ai successi finali, conquistò ben 30 tappe complessive e vestì la maglia di leader in 49 giornate, cifre che testimoniavano la sua superiorità.

Il suo modo di correre, spesso improntato ad attacchi coraggiosi e a una grande resistenza sulle lunghe distanze, lo rese amatissimo dal pubblico e dai giornalisti dell’epoca.

Il re delle Classiche

Oltre ai successi al Giro, Girardengo divenne celebre per le sue vittorie nelle grandi classiche italiane. Vinse la Milano-Sanremo ben sei volte (1918, 1921, 1923, 1925, 1926 e 1928), record rimasto imbattuto per decenni.

Conquistò inoltre tre Giri di Lombardia (1919, 1921 e 1922) e diverse edizioni del Campionato di Zurigo e di altre classiche internazionali. La sua capacità di primeggiare sia nelle corse a tappe che in quelle di un giorno lo rese un ciclista completo e versatile.

Campione d’Italia e dominatore assoluto

Girardengo vinse il titolo di Campione Italiano su strada per ben 9 volte, un primato che rimase ineguagliato per lunghissimo tempo. Per la sua supremazia e per la capacità di imporsi con costanza e continuità, venne soprannominato il “Campionissimo”, titolo che in seguito sarebbe stato tramandato solo a Fausto Coppi.

AnnoCompetizioneDettagli
1918Milano-SanremoPrima vittoria nella Classicissima
1919Giro d’ItaliaVittoria generale e 7 tappe
1919Giro di LombardiaVittoria
1921Milano-SanremoVittoria
1921Giro di LombardiaVittoria
1922Giro di LombardiaVittoria
1923Giro d’ItaliaVittoria generale e 8 tappe
1923Milano-SanremoVittoria
1925Milano-SanremoVittoria
1926Milano-SanremoVittoria
1928Milano-SanremoVittoria
1919-1928Campionati italiani su strada9 titoli vinti

Stile e personalità

Fisicamente non era imponente, ma possedeva una forza interiore straordinaria e un’incredibile capacità di soffrire. Era un corridore di resistenza, instancabile, e allo stesso tempo dotato di grande intelligenza tattica. La sua figura divenne popolare anche oltre lo sport, entrando nella cultura italiana come simbolo di sacrificio e vittoria.

Dopo il ritiro e l’eredità

Conclusa la carriera nel 1936, Girardengo rimase vicino al ciclismo come tecnico e direttore sportivo. La sua leggenda venne immortalata anche nella canzone popolare “Il Bandito e il Campione”, che raccontava la sua amicizia giovanile con Sante Pollastri, bandito realmente esistito.

Costante Girardengo morì il 9 febbraio 1978, ma il suo nome continua a rappresentare l’inizio della grande epopea del ciclismo italiano.

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