Articolo d'archvio

Ilaria Bonin – Sono onda, sono acqua nell’acqua, sono io e la mia monopinna, sono acqua nell’acqua

Articolo originale di Chiara Bonini

Dalle corsie di nuoto alle profondità dell’apnea: la storia di Ilaria Bonin

Ilaria Bonin nasce a Busto Arsizio il 25 marzo 1984. A soli tre anni è già in piscina, dove inizia i corsi di acquaticità e nuoto per apprendere i quattro stili. Dopo aver praticato varie discipline sportive, nel 1993 scopre la pallanuoto. Da quel momento inizia un percorso lungo 15 anni, in cui nuota inseguendo un pallone: prima con la Busto Nuoto, poi con il Nuoto Club Milano, dove raggiunge i migliori risultati e vive gli anni più intensi dal punto di vista agonistico.

Tornata a Busto Arsizio, decide di sperimentare il ruolo di allenatrice per una stagione, ma la voglia di giocare è più forte e torna in vasca per altri due anni.

Nel 2007, incuriosita da sempre da quella disciplina per la quale la sua città è nota grazie a Umberto Pelizzari, Ilaria si avvicina all’apnea.

Inizialmente è solo un modo diverso di vivere l’acqua, un contatto più profondo con il mare. Ma ben presto diventa una sfida personale, un viaggio interiore che la affascina al punto da voler affrontare anche il lato agonistico di questo sport.

Nel maggio 2009 partecipa alla sua prima gara. Un anno dopo conquista il primo record italiano: 125 metri in apnea rana subacquea, con un solo respiro.

I record italiani

  • 1 maggio 2010: 125 m – Apnea Dinamica Senza Attrezzi
  • 9 maggio 2010: 141 m – Apnea Dinamica Senza Attrezzi
  • 9 maggio 2010: 5’55” – Apnea Statica
  • 19 marzo 2011: 119 m – Apnea Dinamica Senza Attrezzi (vasca da 50 m)
  • 20 marzo 2011: 186,75 m – Apnea Dinamica Con Attrezzi

Una vita oltre lo sport

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, Ilaria non è un’atleta professionista. La sua settimana è piena di impegni, tra lavoro e allenamenti che spaziano tra nuoto, palestra, apnea statica e dinamica, esercizi di respirazione, tecniche di rilassamento e preparazione mentale. Si allena 5 o 6 giorni alla settimana, con uno o due di riposo, a seconda del periodo.

A inizio stagione predilige un lavoro più aerobico, concentrandosi su nuoto e palestra. Con il passare dei mesi, l’attenzione si sposta verso la preparazione specifica: tecnica della monopinna, apnea statica e dinamica. Alla preparazione fisica si affiancano esercizi mentali di concentrazione, visualizzazione e rilassamento, fondamentali in prossimità delle gare. Infine, esercizi respiratori per controllare e ampliare la capacità polmonare e rendere più elastica la gabbia toracica.

Obiettivi

Il sogno più vicino è indossare la maglia azzurra ai Campionati Mondiali CMAS, in programma dal 29 agosto al 4 settembre. Ma Ilaria coltiva anche un sogno più profondo: stabilire un record in assetto costante, in mare.

Per questo serviranno tempo e la possibilità di allenarsi in acqua salata per lunghi periodi. Per ora non si pone limiti: i progressi ottenuti in pochi mesi grazie a un buon allenatore sono stati evidenti. Sa che i prossimi traguardi richiederanno ancora più impegno, ma non si scoraggia.

Il suo motto è chiaro e motivante:
“Tutti credono che una cosa sia impossibile da realizzare, finché arriva qualcuno che non lo sa e la fa.” – Albert Einstein

Prima della gara

I mesi precedenti una gara sono impegnativi. Ilaria lavora su sé stessa, sul corpo, sulla mente e sul respiro. Ogni allenamento rappresenta un piccolo passo in avanti, una conquista. Il test di metà preparazione è andato oltre le aspettative, aumentando fiducia e motivazione, ma anche un po’ di tensione.

Con l’aiuto di Alessandro Vergendo lavora sulla visualizzazione, eliminando le immagini negative e sostituendole con pensieri positivi e obiettivi chiari. Le emozioni, giorno dopo giorno, trovano il loro spazio: dalla curiosità alla felicità, fino alla consapevolezza di essere pronta.

In gara

20 marzo 2011
Dopo mesi di preparazione, il grande giorno è arrivato. L’ansia si fa sentire, ma l’allenatore Mike Maric le ricorda il percorso fatto insieme: gli allenamenti, i sacrifici, ma anche i sorrisi.

Ilaria si isola, visualizza la gara nella mente, ogni dettaglio. È sicura, sa cosa fare. Si avvicina al campo gara con monopinna, occhialini, cuffia e tappanaso. Scivola sott’acqua per qualche secondo e si sente a casa: il suo elemento.

A cinque minuti dalla partenza, si nutre di pensieri positivi e delle emozioni condivise con chi la sostiene. Un ultimo respiro profondo e via, sott’acqua.
“Sono onda, sono acqua nell’acqua, sono io e la mia monopinna”: questo è il mantra che ripete dentro di sé.

Fino ai 100 metri tutto fila liscio. A 125 m si sente forte, a 150 m continua a fluire. A 175 m sa di esserci quasi. Esce dall’acqua a 186,75 m, sorride, respira, comunica con i giudici e attende: dopo 15 secondi arriva la bandierina bianca. È medaglia d’oro, titolo italiano e record!

Un’esplosione di emozioni la travolge, così intensa da lasciarla senza parole.

Dopo

Nei giorni successivi le emozioni continuano a vibrare. Il giorno dopo la gara è già in piscina, nuota con leggerezza e, all’improvviso, le lacrime scendono, liberando la tensione accumulata.

Nei giorni a seguire ha bisogno di staccare, di ritrovare il contatto con l’acqua in modo giocoso, lontano dai ritmi serrati della competizione. Il prossimo obiettivo è grande, ma prima di allora vuole semplicemente vivere il suo elemento, l’acqua, con il sorriso.

Video

Questo articolo è ispirato a una versione pubblicata in passato e disponibile su Archive.org. L’autore originale detiene tutti i diritti.
Questa è una versione rielaborata per finalità storiche e divulgative.
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