Goran Cengic

Goran Čengić, nato a Sarajevo nel 1946, è ricordato non solo come uno sportivo di talento, ma soprattutto come un uomo che sacrificò la propria vita per salvare quella di un altro. Pallamanista di alto livello, protagonista della scena jugoslava negli anni ’60 e ’70, Čengić è diventato un simbolo di coraggio civile durante la sanguinosa guerra che devastò la Bosnia negli anni ’90.

La sua storia dimostra che lo sport può forgiare valori che vanno oltre le medaglie e i trofei: solidarietà, rispetto e difesa della dignità umana.

Il gesto che gli costò la vita

Nel giugno del 1992, durante l’assedio di Sarajevo, Goran Čengić assistette al tentativo di alcuni miliziani di prelevare con la forza un vicino di casa, il dottor Husnija Ćerimagić, un medico anziano di origine musulmana.

Senza esitazione, Čengić intervenne per difenderlo, opponendosi agli aggressori. Quel gesto di altruismo gli costò la vita: venne ucciso sul posto dai paramilitari. Aveva solo 46 anni.

Il suo sacrificio rimane uno degli esempi più puri di eroismo civile durante la guerra nei Balcani: mettere la vita di un altro al di sopra della propria, anche in un contesto dominato dall’odio e dalla violenza.

La carriera sportiva

Prima della guerra, Goran Čengić era conosciuto come uno dei migliori giocatori di pallamano della Jugoslavia. Militò nello Sloboda Tuzla e nella Bosna Sarajevo, distinguendosi per tecnica, carisma e spirito di squadra.

Non raggiunse forse la notorietà delle grandi star internazionali, ma nel suo Paese era molto apprezzato come atleta leale e appassionato. La pallamano, per lui, non era solo sport ma anche condivisione, amicizia e comunità.

Il ricordo e l’eredità

Oggi Goran Čengić è ricordato come un martire dello sport e dell’umanità. A Sarajevo gli sono state intitolate vie, tornei e commemorazioni sportive che celebrano il suo sacrificio. La sua storia è insegnata come esempio di coraggio e di resistenza morale contro la barbarie della guerra.

L’eredità di Čengić non si misura in gol o vittorie, ma nel valore universale del suo gesto: dimostrare che anche nei momenti più bui si può scegliere la via della solidarietà.

Conclusione

Goran Čengić non è stato soltanto un pallamanista di talento, ma un eroe civile che scelse di difendere un uomo indifeso al costo della propria vita. La sua memoria vive non solo nello sport bosniaco, ma nella coscienza collettiva come esempio di integrità e umanità.

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